06.07.2022

Il Consiglio dei ministri europei dell’ambiente ha raggiunto un accordo sul pacchetto di misure per il clima ‘Fit for 55’

Tra gli argomenti principali, i rappresentanti dei 27 Paesi hanno approvato lo stop alla vendita di auto nuove con propulsori tradizionali a benzina e diesel entro il 2035, siamo ora in attesa dell’approvazione definitiva in autunno da parte del Parlamento europeo.

Il nodo infrastrutture

Italia e Germania hanno ottenuto l’inserimento di una postilla che prevede di innalzare i target riguardanti l’infrastruttura di ricarica per i “carburanti alternativi” (combustibili sintetici e rinnovabili, le stazioni di idrogeno e le colonnine elettriche). Questo purché in linea con la scelta della completa eliminazione dei gas serra e al raggiungimento dell’obiettivo della neutralità di carbonio entro il 2050.

Necessaria una verifica nel tempo

È previsto un nuovo report nel 2026 da parte della Commissione che dovrà elencare i progressi fatti e stabilire – se necessario – delle modifiche a questi obiettivi, tenendo presente “gli sviluppi tecnologici e l’importanza di una transizione verso le zero emissioni socialmente accettabile”.

Costruttori di nicchia salvi 

Approvata la proroga per cinque anni – dal 2030 al 2035 – dell’esenzione dagli obblighi di CO2 che viene concessa a quei costruttori che non raggiungano volumi di vendita superiori a 10mila esemplari l’anno. Una clausola che consentirà di beneficiare di tempi più lunghi per adeguarsi alle nuove regole e che l’Italia ha sostenuto per difendere le eccellenze della Motor Valley.

La posizione di ACI nelle parole del presidente Angelo Sticchi Damiani

“Andare verso una mobilità a emissioni zero è un processo ineluttabile, ma vogliamo che siano chiariti tutti i dubbi in maniera ineccepibile, lasciando da parte ogni ideologia che fa perdere la lucidità. Vogliamo prove per cui si possa scegliere una strada conoscendo i rischi che si corrono, in un caso o nell’altro”.

“Questa scadenza impressiona molti e potrebbe essere un problema grosso per noi che siamo un Paese costruttore.Contribuire a fare chiarezza in proposito è il servizio che ACI vuole fare ai nostri connazionali”.

Il nodo parco auto

“Come Automobile Club d’Italia – ha proseguito Sticchi Damiani – stiamo lavorando da anni affinché la transizione sia sostenibile non solo ecologicamente ma anche socialmente. Da noi le auto elettriche in giro sono ancora in una percentuale bassa per motivi noti: manca energia da fonti rinnovabili e mancano le infrastrutture e questi mezzi non sono competitivi sotto il profilo economico.

Ci sono 13 anni davanti a noi: saranno sufficienti per superare questi ostacoli? Ce lo auguriamo, ma faccio anche notare che il nostro parco auto è ancora il più vecchio d’Europa. Credo che dopo il 2035 ci troveremo ad avere molte più vetture elettriche, diciamo anche il 50% del totale, ma l’altro 50% paradossalmente sarà composto da auto usate, e quindi sempre più inquinanti. Ci sarà una spaccatura in due blocchi, e sarà difficile eliminare quello più obsoleto”.

Fonte: ACI Infomobility

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